Tenuta Cavallotto, la storia di una famiglia, una cantina e una collina unica

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Tenuta Cavallotto

Pubblicato originariamente su miamigoelvino.com il 30/01/2017.

È davvero interessante cercare e scoprire cose nuove sul vino. Nel mondo c’è così tanto sul vino che sarebbe un peccato non assaggiare cose nuove, solo per restare fedeli a un particolare tipo di vino. Si dice anche che ad alcuni vini, si arriva solo quando si è pronti. Probabilmente dipende dall’avere acquisito una buona cultura enologica in termini di degustazione ed assaggio, forse si tratta di età, chi lo sa… Dicono che si arriva per gradi al Borgogna in Francia, al Jerez in Spagna ed al Barolo in Italia. E sembra sia vero.

Io sono ancora sulla via per arrivare al Barolo. Non ne ho ancora assaggiati molti, come con altri DOS, ma ho iniziato ad educare il mio palato e le mie papille gustative alla degustazione del Barolo. All’inizio non è stato facile, c’è un’acidità persistente, ma quando si ha un aiuto prezioso diventa più facile. E con aiuto intendo quando si trova una cantina che produce vini di cui ti innamori istantaneamente. In una delle sessioni del Wine Tasting Club, lo scorso anno, ho avuto il privilegio di godere di due dei loro vini: Barolo Bricco Boschis 2010 e Barolo Riserva Vignolo 2008. Due ottimi vini.

La Tenuta Viniviticola Cavallotto è la cantina. Due cose ha richiamato la mia attenzione su di loro. La prima è che è sempre stata gestita dalla stessa famiglia, e dopo la prima generazione, sempre da fratelli. La seconda è che una parte della proprietà è sulle pendici di una collina, quella che dà il nome al Barolo Riserva: il colle Bricco Boschis.

Nel 1928, Giacomo Cavallotto acquistò la proprietà che si trova a Castiglione Falletto. I figli di Giacomo, Giuseppe e Marcello, iniziarono a lavorare nella tenuta e sono stati di fondamentale importanza per lo sviluppo come produttori di vino; i figli di Giuseppe, Olivio e Gildo, iniziarono a vinificare tutta la produzione di uva della tenuta nel 1948 commercializzandola col nome di vini Cavallotto. Anni dopo, nel 1967, la prima bottiglia di Barolo chiamato Bricco Boschis è arrivata sul mercato, etichettata con il nome della collina ove si trova la tenuta. Dopo Olivio, i suoi figli Laura, Alfio e Giuseppe si occuparono degli affari.

Nel 1970 il vigneto Bricco Boschis è stato separato in 4 vigne singole: Vigna San Giuseppe, Colle Sudovest e Punta Marcello di Nebbiolo per il Barolo Riserva e VignaCuculo di Barbera.

Nel 1989 la famiglia Cavallotto ha acquistato il 60% della tenuta Vignolo, un’altra fantastica collina di Castiglione Falletto proprio di fronte alla collina di Bricco Boschis.

La famiglia possiede ora 25 ettari di vigneti. In più della metà (17 ettari) è piantato Nebbiolo per i vini Barolo. La resa media è di 38 hl/ha. Poi tre ettari sono coltivati a Dolcetto e altri due con Barbera. Il resto del vigneto è piantato a Freisa, Pinot Nero, Chardonnay e Grignolino. Le viti sono coltivate secondo il metodo tradizionale Guyot Basso. Ogni ettaro ha una densità di circa 5000 piante.

Nel 1976 i Cavallotto introducono una pratica agronomica che gli ha permesso di abbandonare l’uso di pesticidi chimici: l’uso di insetti predatori per controllare il ragnetto rosso della vite. Da allora, i vigneti di Bricco Boschis hanno prodotto frutti sani e succosi senza l’uso di pesticidi. Utilizzano l’erba naturale che crescendo tra i filari protegge il terreno. Questo ha portato due vantaggi principali: è stato interotto l’uso di erbicidi e trattori ed allo stesso tempo l’erba e la mancanza di aratura contribuiscono a ridurre l’erosione del terreno dei vigneti dovuto al deflusso dell’acqua durante i temporali. L’erba viene tagliata due volte l’anno e serve anche come compost naturale permettendo la crescita di una microflora batterica nel sottosuolo. Alfio e Giuseppe Cavallotto sono entrambi enologi e tutto il loro lavoro è fatto secondo un profondo rispetto per la terra. Tutto il lavoro nei vigneti viene eseguito a mano.

Nella cantina, le quattro sale principali sono scavate all’interno della collina. La Sala vinificazione, la Sala fermentazione con serbatoi sia di cemento che di acciaio, le cantine di invecchiamento con botti in legno di quercia di Slavonia non tostato (da 20 a 100 ettolitri) e l’area di imbottigliamento.

L’azienda Cavallotto produce vini provenienti da due cru di Barolo. Il primo vigneto è il Bricco Boschis da dove provengono il Barolo Bricco Boschis e il Barolo Riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe. Il secondo vigneto è il Vignolo, dove viene prodotto il Barolo Riserva Vignolo.

Essi producono anche il Nebbiolo Langhe, il Barbera d’Alba Vigna del Cuculo, il Dolcetto d’Alba Vigna Scot, il Langhe Freisa, il Langhe Grign fatto con Grignolino, Langhe Chardonnay e un Pinner fatto da Pinot Noir.

Parleremo presto del sistema di vinificazione dei fratelli Cavallotto.

Questa è la storia di una famiglia, una cantina e una collina unica: la Bricco Boschis e la Cantina Cavallotto.

Photo (c) Cantina Cavallotto